Il diavolo di Sant’Apollinare Nuovo

La mano sinistra di Dio

Maestranze teodoriciane, Cristo fra angelo rosso e angelo turchino, V sec. d.C., mosaico policromo, Sant’Apollinare Nuovo, Ravenna (riproduzione

Ario, Thalia

Αὐτὸς γοῦν ὁ Θεὸς καθό ἐστιν, ἄῤῥητος ἅπασιν ὑπάρχει.
Ἴσον, οὐδὲ ὅμοιον, οὐχ ὁμόδοξον ἔχει μόνος οὗτος.
Ἀγέννητον δὲ αὐτόν φαμεν διὰ τὸν τὴν φύσιν γεννητόν,
τοῦτον ἄναρχον ἀνυμνοῦμεν διὰ τὸν ἀρχὴν ἔχοντα,
ἀΐδιον δὲ αὐτὸν σέβομεν διὰ τὸν ἐν χρόνῷ γεγαότα.

E così Dio stesso, come è realmente, è inesprimibile per tutti.
Lui solo non ha un uguale, non ha un simile, non c’è nessuno con la stessa gloria.
Lo chiamiamo non generato, in contrasto con colui che per natura è generato.
Lo lodiamo come senza inizio, in contrasto con colui che ha un inizio.
Lo adoriamo come senza tempo, in contrasto con colui che nel tempo è venuto ad esistere.

Ἀρχὴν τὸν Υἱὸν ἔθηκε τῶν γενητῶν ὁ ἄναρχος,
καὶ ἤνεγκεν εἰς Υἱὸν ἑαυτῷ τόνδε τεκνοποιήσας,
Ἴδιον οὐδὲν ἔχει τοῦ Θεοῦ καθ’ ὑπόστασιν ἰδιότητος·
οὐδὲ γάρ ἐστιν ἴσος, ἀλλ’ οὐδὲ ὁμοούσιος αὐτῷ.

Colui che è senza inizio ha fatto del Figlio un inizio delle cose create.
Lo ha generato come figlio per sé, generandolo.
Egli [il figlio] non ha nessuna delle caratteristiche distintive dell’essere stesso di Dio.
Perché non è uguale a lui, né è del suo stesso essere.

Σοφὸς δέ ἐστιν ὁ Θεός, ὅτι τῆς σοφίας διδάσκαλος αὐτός.
Ἱκανὴ δὲ ἀπόδειξις, ὅτι ὁ Θεὸς ἀόρατος ἅπασι,
τοῖς τε διὰ Υἱοῦ καὶ αὐτῷ τῷ Υἱῷ ἀόρατος ὁ αὐτός.

Dio è sapiente, perché è lui stesso il maestro della Sapienza -.
Prova sufficiente che Dio è invisibile a tutti:
Egli è invisibile sia alle cose fatte per mezzo del Figlio, sia al Figlio stesso.

Ῥητῶς δὲ λέξω, πῶς τῷ Υἱῷ ὁρᾶται ὁ ἀόρατος,
Τῇ δυνάμει ᾗ δύναται ὁ Θεὸς ἰδεῖν ἰδίοις τε μέτροις
ὑπομένει ὁ Υἱὸς ἰδεῖν τὸν Πατέρα, ὡς θέμις ἐστίν.

Dirò in particolare come l’invisibile è visto dal Figlio:
per quella potenza con cui Dio è in grado di vedere, ciascuno secondo la propria misura,
il Figlio può sopportare di vedere il Padre, come è determinato

Ἤγουν Τριάς ἐστι δόξαις οὐχ ὁμοίαις·
ἀνεπίμικτοι ἑαυταῖς εἰσιν αἱ ὑποστάσεις αὐτῶν,
μία τῆς μιᾶς ἐνδοξοτέρα δόξαις ἐπ’ ἄπειρον.
Ξένος τοῦ Υἱοῦ κατ’ οὐσίαν ὁ Πατήρ, ὅτι ἄναρχος ὑπάρχει.

C’è dunque una Triade, non in uguali glorie.
I loro esseri non sono mescolati tra loro.
Per quanto riguarda le loro glorie, uno è infinitamente più glorioso dell’altro.
Il Padre nella sua essenza è estraneo al Figlio, perché esiste senza inizio.

Σύνες ὅτι ἡ μονὰς ἦν· ἡ δυὰς δὲ οὐκ ἦν, πρὶν ὑπάρξῃ.
Αὐτίκα γοῦν, Υἱοῦ μὴ ὄντος, ὁ Πατὴρ Θεός ἐστι.
Λοιπὸν ὁ Υἱὸς οὐκ ὢν (ὑπῆρξε δὲ θελήσει πατρῴᾳ),
μονογενὴς Θεός ἐστι, καὶ ἑκατέρων ἀλλότριος οὗτος.

Comprendete che la Monade [eternamente] era; ma la Diade non era prima di venire all’esistenza.
Ne consegue immediatamente che, sebbene il Figlio non esistesse, il Padre era già Dio.
Quindi il Figlio, non essendo [eterno], è venuto all’esistenza per volontà del Padre,
Egli è il Dio Unigenito, e questo è estraneo a [tutti] gli altri.

Ἡ Σοφία σοφία ὑπῆρξε σοφοῦ Θεοῦ θελήσει.
Ἐπινοεῖται γοῦν μυρίαις ὅσαις ἐπινοίαις Πνεῦμα,
δύναμις, σοφία, δόξα Θεοῦ, ἀλήθειά τε καὶ εἰκὼν καὶ Λόγος οὗτος.
Σύνες, ὅτι καὶ ἀπαύγασμα καὶ φῶς ἐπινοεῖται.
Ἴσον μὲν τοῦ Υἱοῦ γεννᾷν δυνατός ἐστιν ὁ κρείττων·
διαφορώτερον δὲ, ἢ κρείττονα, ἢ μείζονα, οὐχί.
Θεοῦ θελήσει ὁ Υἱὸς ἡλίκος καὶ ὅσος ἐστίν,
ἐξ ὅτε καὶ ἀφ’ οὗ, καὶ ἀπὸ τότε ἐκ τοῦ Θεοῦ ὑπέστη,
ἰσχυρὸς Θεὸς ὢν, τὸν κρείττονα ἐκ μέρους ὑμνεῖ.

La Sapienza è diventata tale per volontà del Dio Sapiente.
Per questo è concepita in innumerevoli aspetti. È Spirito,
Potenza, Sapienza, gloria di Dio, Verità, Immagine e Parola.
Si comprenda che egli è concepito anche come Radiosità e Luce.
Colui che è superiore è in grado di generare uno uguale al Figlio,
ma non qualcuno più importante, o superiore, o più grande.
Per volontà di Dio il Figlio ha la grandezza e le qualità che ha.
La sua esistenza da quando e da chi e da allora – sono tutti da Dio.
Egli, pur essendo Dio forte, loda in parte il suo superiore.

Συνελόντι εἰπεῖν τῷ Υἱῷ ὁ Θεὸς ἄρρητος ὑπάρχει,
ἔστι γὰρ ἑαυτῷ ὅ ἐστι, τοῦτ’ ἔστιν ἄλεκτος·
ὥστε οὐδὲν τῶν λεγομένων κατά τε κατάληψιν συνίει ἐξειπεῖν ὁ Υἱός.
Ἀδύνατα γὰρ αὐτῷ τὸν Πατέρα τε ἐξιχνιάσαι, ὅς ἐστιν ἐφ’ ἑαυτοῦ.
Αὐτὸς γὰρ ὁ Υἱὸς τὴν ἑαυτοῦ οὐσίαν οὐκ οἶδεν,
Υἱὸς γὰρ ὢν, θελήσει Πατρὸς ὑπῆρξεν ἀληθῶς.

In breve, Dio è inesprimibile per il Figlio.
Perché è in sé ciò che è, cioè indescrivibile,
Così che il figlio non comprende nessuna di queste cose e non ha la comprensione per spiegarle.
Perché è impossibile per lui scandagliare il Padre, che è da sé.
Il Figlio stesso, infatti, non conosce nemmeno la propria essenza,
perché essendo Figlio, la sua esistenza è certamente per volontà del Padre.

Τίς γοῦν λόγος συγχωρεῖ τὸν ἐκ Πατρὸς ὄντα
αὐτὸν τὸν γεννήσαντα γνῶναι ἐν καταλήψει;
δῆλον γὰρ, ὅτι τὸ ἀρχὴν ἔχον, τὸν ἄναρχον, ὡς ἔστιν,
ἐμπερινοῆσαι ἢ ἐμπεριδράξασθαι, οὐχ οἷόν τέ ἐστιν.

Quale ragionamento permette che colui che è dal Padre
possa comprendere e conoscere il proprio genitore?
Perché è evidente che ciò che ha un inizio non è in grado di concepire
o comprendere l’esistenza di ciò che non ha inizio.

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