Alluvione in Romagna
Non potevo stare zitto durante questi giorni di alluvione in Romagna, circondato dalle acque. Sono usciti alcuni video.
Durante la prima acqua dell’alluvione in Romagna
La Romagna, la mia Romagna è sott’acqua ragazzi, ma la Romagna non molla, non ha mai mollato e non mollerà mai, devono proprio ammazzarci tutti per farci mollare, e invece si rialzerà, anzi si asciugherà e con i capelli ancora bagnati dirà “tutto qui?”, mandateci pur giù tutta l’acqua che volete, fate delle strade fiumi e noi viaggeremo in canoa, inondateci le case e noi trasformeremo Rimini in Venezia, i romagnoli non hanno paura di niente, certo i vecchi lo dicevano che il vino fa cantare e l’acqua fa male, il vino tutto questo non lo avrebbe mai fatto, ma adesso bisogna rimboccarsi le maniche e ricostruire, non sarà facile ma lo faremo tutti insieme, però per favore ricostruiamo partendo dal buon senso e dalla verità più terra a terra e cioè che quello che è successo è successo anche perché qualcuno ha delle colpe e non dite che è colpa delle nutrie, nutrie espiatorie – quei fiumi sono stati troppo a lungo bistrattati, la natura non si fa tenere per le briglia con due dita, servono tutte le mani – ma ora ripartiamo e per favore ripartiamo bene, serve la realtà pragmatica e vera in cui siamo maestri, e se adesso la soluzione diventa costruire fabbriche di auto elettriche e piantagioni di soia per fare il tofu e salvare così la terra dal global warming, mi spiace, non caviamo un ragno da un buco, se vogliamo che i fiumi non esondino servono geologi, agronomi, forestali, ingegneri, mani, mezzi,+ nuovi argini, soldi, tanti soldi e soprattutto delle menti funzionanti, uno storico ravennate dell’”800 racconta di come un vescovo di Ravenna “accorse nel novembre 1695 alle mura della città, minacciate dalle acque del Ronco, e crebbe con la sua presenza l’energia degli operai in modo che per la sollecitudine dei lavori si pervenne a salvarla dall’inondazione”, ecco questa volta non c’erano vescovi sugli argini, e probabilmente è meglio così, ma una voce forte che ci dica di andare avanti serve, io intanto ci metto il mio soffio “teniamo botta, valà”.
Contro gli ideologi da salotto
Parole, servono sempre le parole giuste e le parole scrivono e riscrivono nuove e vecchie verità, come ora in cui di fronte alla calamità naturale dell’alluvione della mia Romagna sento parlare di “crisi climatica”, “emergenza climatica”, ma cosa vuol dire, il clima è sempre stato un’emergenza, o sai adattarti o vieni spazzato via, come questa volta, le alluvioni ci sono sempre state, ben prima delle industrie, come quelle del “900 in Polesine, a Firenze, varie volte in Calabria, l’elenco è lungo, nel 1861 ci fu un tornado in Sicilia, e un uragano nel 1902, con centinaia di morti, nel 1557 un’alluvione uccise oltre 7000 palermitani, ad alcuni può sembrare triste dirlo, ma non lo è, noi siamo e saremo sempre in balia della natura, e invece ecco lì, risolviamo le alluvioni tirando vernice sui monumenti occidentali – mica in Cina, dove si produce un terzo della CO2 globale – e intanto le città continueranno ad andare sott’acqua mentre qualche grande capitalista si arricchisce con questa nuova ideologia, l’equilibrio con la natura lo può capire solo chi con la natura ci vive, ci convive, ci fa l’amore, per pensare a un futuro migliore servono artisti e poeti che amano, non ideologi arrabbiati che odiano, torniamo ad accarezzare i fiumi, a domarli con intelligenza e soprattutto a prenderci cura di loro perché questa non sarà l’ultma volta in cui dovremo inghiottire tutta quell’acqua e non chiamiamola crisi climatica, l’unico risultato è avere una generazione di ragazzini smarriti e arrabbiati, questo è semplicemente il clima, che come sempre fa quello che gli pare, come gli pare senza chiedere il permesso a nessuno, noi possiamo al massimo essere abbastanza furbi da adattarci, di certo da inquinare di meno, ma adesso basta non è il momento di quelli come me che parlano, nè di quelli che tirano vernice, adesso servono tanti eroi che si armino di pale e tanta buona volontà.
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