La più bella poesia italiana è quella che deve ancora esser scritta. Ma fra quelle già morte sulla carta qual è la più bella?
La più bella poesia italiana
Chi può decidere quale sia la più bella poesia italiana? Ogni poeta in verità sotto sotto pensa che sia una delle sue.
Io amo molto Ungaretti, il più grande poeta italiano del “900, amo Montale, Pascoli, Leopardi, Dante e molti altri.
Sarebbe facile scrivere che la poesia italiana più bella è l’Infinito di Giacomo Leopardi. Non sbaglierei di molto. Potrei dire che è “Eterno” di Giuseppe Ungaretti. O potrei semplicemente citare la Divina Commedia. O citarne altre più brevi, la nostra tradizione è piena di versi di poesie famose.
Ma come si fa ad approcciarsi alla poesia in senso numerico? Come si può stilare una classifica delle più belle poesie italiane? Basterebbe guardarsi l’Attimo Fuggente per ripudiare qualunque riduzione numerica dei versi.
E quindi?
Un altro criterio
Ecco perché, per rispondere a questa domanda banale e secca che ci rimanda ai quesiti SEO di Google, rifuggo il criterio numerico e ricorro piuttosto a quello temporale. Ogni poesia, per essere tale, si appoggia sulle fondamenta di quelli che hanno scritto poesia prima di noi.
Ogni verso, per essere vera poesia, deve riconnettersi a una tradizione poetica. E questo lo voglio sottolineare in modo deciso soprattutto per i tanti giovani che si approcciano alla poesia: prima di scrivere una poesia dovete leggerne almeno cento. Lo diciamo sempre in Rinascimento poetico, lo ribadisco anche qui.
Quindi, a ben pensarci, la poesia più bella è la prima che è stata scritta. E se circoscriviamo il fare poesia alla lingua italiana, il primo a farla in questa lingua è stato Francesco d’Assisi. Per cui, anche se non è stato il suo primo componimento, non possiamo che finire a dire che la più bella poesia è il “Cantico delle creature”.
E sostenendo questo credo di non sbagliare molto.
Buona poesia a tutti.
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