Chi sono i poeti oggi? Sappiamo tutto di quelli del “900, conosciamo i grandi della storia. Ma quelli di oggi?
Esistono ancora poeti?
Per scoprire chi sono i poeti oggi bisognerebbe prima capire cosa sia la poesia e quali siano i suoi confini. Domande difficilissime. Siamo abituati a pensare al poeta come a un sognatore che scrive libri. E con questa immagine abbiamo cristallizzato una figura otto-novecentesca che non considera la storia, né il suo evolvere.
Prima del “500 i libri semplicemente non esistevano. Prima di Omero in Occidente non esisteva neppure una poesia scritta. E dopo le rivoluzioni tecnologiche il libro ha radicalmente mutato il suo ruolo nella società.
Come possiamo pensare che la poesia segua il destino della carta?
Tendo a credere che fare poesia oggi significhi trovare nuove strade. O meglio nuovi spazi. Viviamo una fase di passaggio epocale, pari per grandezza a quella che ha portato dall’oralità alla scrittura. E quindi forse anche chi fa poesia si può classificare sulla base di un criterio: quanto contemporaneo è ciò che fa?
Classificazione della poesia contemporanea
Chi fa poesia oggi può dunque appartenere a varie categorie. Le prime due grandi categorie sono: chi considera la tecnologia un’opportunità e chi una maledizione.
I secondi sono destinati a estinguersi, come sempre accade per i reazionari. Fra quelli che considerano comunque la tecnologia un’opportunità si aprono invece molte sottocategorie.
Ci sono “i nostalgici“, ossia quelli che usano i social per diffondere poesie scritte con linguaggi sette-ottocenteschi. “Poscia”, “ordunque”, “il core”… Questo contrasto è interessante perché fa sorridere, ma bisognerebbe chiedersi con quanta consapevolezza viene messo in atto. Di solito sono convinti di essere dei nuovi Leopardi.
Poi ci sono gli “ipernovecenteschi“. Quelli cioè che considerano proprio compito emulare ciò che è accaduto nell’ultimo quarto del “900 in Italia, proponendo poesie tendenzialmente incomprensibili, che avrebbero valore proprio per questa caratteristica. Di solito sono convinti di essere dei nuovi Montale.
Poi ci sono gli “instapoet“, che non avendo una grande dimestichezza nell’uso dell’italiano devono ricorrere a un neologismo inglese per autodefinirsi. Sono cioè quelli convinti che basti scrivere in un post su instagram “Nel quore o tanto ammore” per fare poesia. Di solito sono convinti di essere come Rupi Kaur.
E poi ci sono quelli che provano a sperimentare nuovi linguaggi per nuovi mezzi.
E ci sarà anche il più grande poeta italiano vivente.
Chi sono i poeti oggi? I soliti matti che continuano a tenere un dito puntato sulla luna.
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