Tasse in Italia. La buona notizia è che quest’odiata parola scompare dalle bocche e smette di tormentare le orecchie dei poveri italiani. Niente più tasse in Italia!
Bisognerà invece aderire a una trendissima flat tax o dual tax, a cui si aggiungeranno in modo molto smart la local tax, la plastic tax, la sugar tax, che poi in fondo è una health tax, la carbon tax, la web tax, la digital tax, la tobin tax. Insieme ad un altro po’ di tax formeranno il total tax rate. Ci sarà anche spazio per qualche raro tax credit, ed echeggerà anche il miraggio di un mondo tax free.
Il potere delle parole si misura dalla loro capacità di cambiare la realtà. Prendi una parola intrisa di cattivi umori e ingiustizia come “tassa”, traducila nella lingua meno parlata dagli italiani ed ecco risolto il problema delle tasse in Italia. Ricrei un mondo in cui quegli umori non si sentono più.
E qualcuno si sentirà sollevato e anche estremamente internazionale, a pagare più tasse di prima.
Il potere delle parole si misura dalla loro capacità di creare. Chi è capace di maneggiare l’arte della parola può creare e ricreare nelle menti delle persone mondi diversi.
Ecco perché serve uno sforzo da parte di ciascuno. Uno sforzo per entrare nell’universo delle parole, comprenderlo e imparare a districarcisi.
Ecco quindi spiegato almeno parzialmente l’abuso nell’utilizzo di termini inglesi nella lingua italiana. Quando succede c’è sempre dietro qualcosa. Perché la parola “tassa” in italiano esiste; non c’è quindi nessun motivo reale di andare a pescare lo stesso termine da un’altra lingua. Lo capiamo che è completamente illogico e viene fatto in mala fede?
Forse è un mulino a vento contro cui come al solito finisco per scagliarmi, da Don Chisciotte digitale. Allora meglio dedicarsi alle poesie
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