Mare maltese. Una poesia che, pur non particolarmente speciale o pregevole forse, per me ha significato davvero molto. Appartiene a quelle poesie che ho scritto per lavorare quell’agitarsi di emozioni che è nato dopo la perdita di mia mamma. D’altra parte è così che ho iniziato a scrivere poesie.
E questo mi ha fatto capire molto chiaramente che se impariamo ad usarla con accortezza la parola è la miglior medicina che la nostra anima possa trovare.
Era il 4 novembre 2018. Nonostante a Malta ci fosse ancora un sole estivo che accarezzava la pelle e scaldava i cuori, erano appena passati i giorni di celebrazione dei Santi e dei morti. Fatto che non poteva passare troppo fluidamente.
La fortuna di essere a Malta mi ha condotto fra le braccia di quel mistero che circonda con il suo abbraccio quello scoglio. Il mare. Tra un bagno e una nuotata, qualche ora passata in solitudine sugli scogli a guardare l’infinito acqueo, ho scelto di aprirmi alla sua forza e il mare ha finito per entrarmi dentro.
Questi sono i pochi versi che ho dedicato a quella strana esperienza che può capire solo chi l’ha vissuta.
Poesia XVIII – Mare maltese
Mare maltese, mamma melliflua,
Sei come la vita che mi vibra nelle vene:
Oggi ti osservo, calmo e tranquillo
Domani detoni e non perdoni
Mare maltese, mamma mortale
Tu sei emozione, energia che esplode
Cambiamento continuo, abbracci con pace
Verità e vita, morte e menzogna
Essere e rumore, non essere e silenzio
Mare maltese, mamma misteriosa
A te mi rivolgo come ad una ragazza:
Amami e odiami, baciami e picchiami
Ma non mi celare ciò che cerco scoprire:
Chi sono, chi sei, chi siamo.
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