Finisco dunque in una libreria a Madrid. Dunque come raccontavo, nell’inizio di ottobre 2018 da Malta sono volato in Spagna. Per la prima volta nella mia vita.
A qualcuno della Spagna piace il Sud, fatto di divertimento e distrazioni. A qualcun altro piace il carattere latino ed europeo insieme degli spagnoli. Ci sono persone che impazziscono per la Spagna e spesso mi ero domandato il perché. Personalmente ho trovato la mia risposta.
Io mi sono innamorato di quei sapori che la storia spagnola mi ha messo dentro sin dal primo impatto con il Regno di Spagna. Uno strano insieme di orgoglio e malinconia, tristezza e rassegnazione, rabbia ed ebrezza.
Continuavo a sentire dentro i rumori delle armi che stridevano nelle battaglie di Carlo Magno, in quelle della Reconquista e in quelle che hanno continuato a risuonare nei cuori degli spagnoli anche quando l’avvento del mondo anglosassone ha ridotto quelle glorie a realtà sempre più marginali nello scacchiere mondiale.
Ma l’intuizione che la storia continua a scorrere e a cambiare mi ha molto motivato nel legame con quella terra.
Preso dal desiderio di immergermi in quel mondo mi sono messo in testa di imparare a parlare spagnolo in modo decente. Così mi sono infilato in una libreria a Madrid, Desperate Literature in Calle Campomanes, 13. a cercare un libro da leggere.
E lì, oltre a “Platero y yo” ho trovato queste parole:
Poesia XI – Libreria a Madrid
Sono entrato per un libro,
Sono uscito con un viaggio
In un mondo senza tempo
Incastrato nella carta
Dove alberga Sancho Panza,
Carlo Quinto e Garcia Lorca.
Rumori rimbombanti di imperi ridondanti
Orgoglio offuscato di memorie edulcorate
Gloria avvizzita di echi immortali
Secolo segue secolo
Leggenda allarga leggenda
Tutto insieme in un sapore
Che sostiene tutto il Regno.
Poi finita la magia
Son tornato su al Palazzo
Dove tutto è apparso nuovo
Con la carta che lo avvolge
E mi son sentito fiero
Di portare il cuore in Spagna.
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