Andrea Bernabini è un genio. Rincorretelo qualunque cosa faccia
Andrea Bernabini è un genio. Sono appena uscito dalla proiezione che ha fatto sul Mausoleo di Teodorico. E non riesco a non inseguire l’emozione che mi suggerisce di scrivere che è un genio.
Ogni volta che fa qualcosa riesce a strapparti gli occhi, le orecchie e tutti i sensi, e a tirarli in un mondo lontano, catapultandoti in una dimensione sospesa fra il passato e la leggenda, fra il sogno e l’immaginazione.
Questa volta ci ha portati in quell’universo incredibile che è stata la calata dei barbari e la presa del potere del grande Re Teodorico, con i suoi metalli e il suo rigore, i suoi climi ancestrali e la sua fede profonda. E confesso che non sono sicuro di non esserci stato per davvero.
Negli anni Andrea Bernabini ha proiettato luce sul mausoleo di Galla Placidia, su Sant’Apollinare Nuovo, sul Battistero Neoniano… E ogni volta riesce a far vivere con la forza della luce le pietre che raccontano il passato, ma che lo fanno senza vita.
Andrea Bernabini è un creatore di vita. Quindi un vero artista. Riporta nel presente le memorie del passato e dà loro forza e vigore con il potere della tecnologia.
Il suo unico difetto è forse quello di essere ravennate. Perchè se nel resto del mondo la tua città diventa il trampolino che ti sorregge e ti lancia verso il successo, a Ravenna la città il più delle volte è la macina che ti trascina nel fondo dell’abisso, intrisa com’è di invidie, gelosie e bassi istinti.
Eppure lui ce l’ha fatta. Ancora una volta ha messo in scena la sua arte e ci ha regalato un pezzo di passato rivisto con gli occhi del presente.
Per cui non ho altro che da dirgli: grazie, Andrea Bernabini.
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