Dart Fener, perché non hai lasciato che la Forza ti salvasse prima?
Questa mattina mi sono svegliato con una strana emozione nel corpo. Uno di quegli strani mix di rabbia, paura e generica attivazione emotiva che ti ritorcono le budella nella bassa pancia e ti tirano l’intestino in una antipatica sensazione di angoscia.
Prima di scacciarla con un veloce esercizio di gestione emozionale, mi sono chiesto: perchè nel mio corpo c’è questa emozione? Cosa sta ad indicarmi?
È l’ultimo giorno dell’anno. La mia testa produce domande del tipo: cos’hai dimenticato di fare che aveva scadenza 2015? Cosa devi assolutamente fare oggi? Probabilmente un sacco di cose, ma non era questa la causa dell’emozione.
Poi un lampo, una intuizione: Guerre Stellari. Tutta colpa di Guerre Stellari. Anzi, ancora più specifico: tutta colpa di Dart Fener. Mi alzo, scendo dal letto e vado in cucina. E il pensiero di Dart Fener continua a tormentarmi.
Che c’entra Dart Fener? C’entra eccome. Ieri sera sono andato a vedere l’ultimo episodio di Guerre Stellari, il Risveglio della Forza insieme al mio amico Piergiorgio Paglialonga. In 3D.
Storia improbabile, personaggi inesistenti, dialoghi a tratti inaccettabili, prestazione attoriale ridicola. Eppure è un film straordinario. Nei decenni sono riusciti a far diventare veramente l’universo di Star Wars un elemento mitologico della nostra cultura. Se anche mettessero Piero Angela a camminare di schiena mentre racconta i metodi di accoppiamento dei capodogli, ma lo vestissero da Jedi e mettessero la musica di Star Wars, sarebbe un successo garantito. Almeno per me.
Insomma ieri sera sono stato catapultato “tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana” in mezzo a questi personaggi che tengono insieme le culture tribali e la tecnologia, la natura e i robot, i viaggi interstellari e le battaglie nello spazio. Tutto tenuto insieme dalla Forza. E dalla malinconia di quando eravamo bambini e guardavamo i primi film di Star Wars.
Io continuo a credere che Guerre Stellari contenga un trattato di teologia cristiana. Basta che cambi il nome di Forza in “Dio” e Jedi in “santi” che sembra diventato un racconto epico cristiano. Con qualche contaminazione freudiana sul complesso di Edipo.
Ma neanche questo mi consola al pensiero di Dart Fener, come lo chiamiamo qua in Italia. E qui tornano i miei smottamenti intestinali. Perchè nel film, e non credo di spoilerare, Dart Fener non c’è più. Lui ha scelto il male e il male lo ha mangiato. Il personaggio ha trovato redenzione e salvezza. Ma troppo tardi.
E questo non mi piace per niente. Perchè un personaggio cattivo studiato bene come Dart Fener non lo si trova dai tempi della strega di Biancaneve di Walt Disney. Quello che dovrebbe sostituirlo nel nuovo film per il momento non è neanche l’ombra di Dart Fener o Vader.
Tutto questo mi frullava per la testa stamattina in cucina, mentre salutando il nuovo anno sentivo l’impulso di pregare per Dart Fener. Poi mi sono ricordato che non sono in quella galassia, non si viaggia fra pianeti. E soprattutto non ho un robot maggiordono che preparari per i festeggiamenti forzati di stasera.
Buon anno a tutti. Anche a Dart Fener tornato Jedi.
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