Noi trentenni 2015 disperati e dispersi. Ma cambiare si può
Noi trentenni, trentacinquenni, quarantenni siamo oggi una generazione sacrificale. Non abbiamo più nulla a cui aggrapparci e dobbiamo arrangiarci a risalire dal baratro. Non abbiamo più una Chiesa, una ideologia, non abbiamo più fede né fiducia. Chi di noi sopravvivrà – per selezione naturale – dovrà rifondare questo Paese.
Noi trentenni i siamo lasciati mettere in testa pensieri e significati che rendono la nostra vita incerta e provvisoria. “Non c’è lavoro”. “Non ci sarà pensione”. “Non c’è futuro”. “Arriva la guerra”. “L’Islam ci invade”. “ci rubano anche il presepe”. “è tutto finito”. E lasciamo che nel nostro corpo circolino emozioni sgradevoli che finiscono per bloccarci e che hanno come sottofondo una paura mista a rabbia e tristezza. E così finiamo per perdere la speranza.
Se non vogliamo che le profezie che appaiono nel nostro cervello di trentenni diventino realtà dobbiamo fare qualcosa. Qualcosa di diverso, di inaspettato, di fuori dalle righe. Se vuoi essere qualcosa di diverso devi essere disposto a fare qualcosa che non hai mai fatto.
Qualcosa di semplice lo possiamo fare da subito: imparare a comunicare bene. Con noi stessi. Imparare a fare ecologia dei nostri pensieri.
“Non c’è lavoro”. Cosa hai fatto oggi per CREARE un lavoro? Se credi non ci sia non cercarlo. Crealo.
“Non ci sarà pensione“. Se sei così sicuro di questo pensiero quando hai iniziato a versare una tua pensione integrativa, o ad accantonare danaro per il futuro?
“Non c’è futuro”. Quindi cosa accadrà fra 10 minuti, o fra due anni? Il futuro arriva sempre. Sta a noi costruirlo come vogliamo.
“Arriva la guerra”. Può anche essere. La guerra è sempre arrivata nella storia. L’hanno vissuta i nostri nonni, e prima di loro tutte le generazioni. E siamo ancora qua.
“L’Islam ci invade”. Pensi questo? Bene. Cosa hai fatto nelle ultime ore per cambiare il futuro? Hai convertito un islamico? Hai cercato di convincerlo della laicità dello Stato? Hai denunciato un terrorista?
“Ci rubano anche il presepe”. Ora magari ti lamenti che un vescovo abbia detto di voler rinunciare alle tradizioni. Poi magari firmerai per l’8 per mille. Scopri cosa serve per cambiare, e poi fallo!
Siamo una generazioni che vive una burrasca senza avere una nave adeguata per navigare. Ma ce la faremo. Tutte le burrasche finiscono. E noi non ci faremo rubare anche la speranza. Perchè in fondo siamo ancora trentenni.
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