X factor 2020 è lo specchio della musica italiana contemporanea. E se pensiamo a tutto l’apparato di biglietti, provini, canzoni per questo talent show ricaviamo uno squarcio importante di cosa ascoltano gli italiani.
Un tempo eravamo noti per l’allegria di Rossini, la profondità di Verdi, l’allegria e l’amore romantico dei testi del Dopoguerra.
Oggi, navigando fra le parole di queste canzoni, scopriamo di essere un popolo di depressi. O di aspiranti tali.
Guardo su spotify la playlist di X Factor 2020.
- Cuore nero. Il cuore nella canzone italiana era stato “uno zingaro”, “in due”, “di metallo”, “scalzo”, “calmo”, “d’acciaio”, “giovane”, “mio”, “matto”, “a metà”. E l’unica volta in cui si era citato il cuore nero (con Chiara Galiazzo) suonava così: “e ora io lo so che non voglio un mondo che ha un cuore nero”. Invece a X Factor Blind canta: “E mi hai dipinto il cuore di nero”.
- Sparami. Un testo (di cmqmartina) che dovrebbe essere d’amore. Ma esiste un amore gradevole nel cuore degli artisti italiani? Sembra di no:
“Sparami, sparami, sparami dritto qui
Mentre ti guardo in faccia”. - Vittoria. Finalmente una canzone che parla di maternità. Ecco come:
“C’è una rivoluzione fuori tutto è a pezzi (…)
Tu non lasciare il cuore a chi fa sopra i graffi
O sì a qualche coglione, che poi te ne penti (…)
E al mondo siamo in troppi ed è pieno di stronzi”.
Possiamo rimpiangere “Mamma son tanto felice” cantata da Claudio Villa? - Bella così. Poteva mancare un testo femminista intriso di rabbia e odio?
“Mi hanno chiamato secca e balena
Gridato in faccia e sussurrato alla schiena
Mi hanno dato della suora, della troia, della scema”. - Bomba. Ho provato a leggere questo testo, che inizia evocando un’arma di distruzione di massa. E ammetto la mia ignoranza: non ne ho capito il senso, se ce n’è uno. Magari qualcuno è più bravo di me.
- Cicatrici. Altra bella immagine da evocare in musica.
“Tra le vie buie di questa città (…)
Ho cicatrici vecchie sulla pelle ormai (…)
Mi hai visto piangere
Versato lacrime e fatto quel che non dovevo
E non è facile curarsi con questo veleno”.
Allegria… - Alone. Di melancholia. Altra siringata di depressione.
“Emptiness
Sound Of Death And Loneliness
All This Walls
Crush My Head
Sound Of Broken Bones And Death(…)
Poi ripete continuamente “Alone”
I Feel Small
And I’m Confused
I Could Live But I Refuse”
Dove sono finiti i sorrisi delle nostre note? - Serpente. Di cmqmartina
“Io sono sorella ormai
Dei mostri miei
Corpi stanchi e cuori distanti (…)
Hai il cuore di un serpente” - Leon.
“Everybody
Dies around me
I can cry with
Dignity
I’m a toy girl”. - Lasciami andare.
“Eddai alza ‘sta cazzo di radio
Dj mastica questo passato
Scivola via dalla pelle e si sente la notte”.
Va bene così?
Da devoto della poesia non riesco a tacere. Nessuno pensa che a X Factor 2020 potrebbe anche esserci spazio per quell’Italia che ha ancora voglia di sorridere, di mettersi in gioco, di andare avanti? Nessuno spazio per quello stile che ci ha resi celebri nel mondo per secoli?
Siamo veramente condannati a scimmiottare quelle subculture urbane americane, che a noi dovrebbero essere quasi del tutto estranee, che hanno imposto questi generi e questi toni musicali?
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