I maschi hanno governato il mondo da sempre. Almeno da quando abbiamo notizie. Ma faccio fatica a credere che quando comandavano fossero come quelli che si vedono in giro oggi: dispersi, impauriti, confusi.
Conosco maschi che passano interi pomeriggi a depilarsi e scegliere le creme da darsi sul corpo, altri che se vedono una ragazza sexy scappano, altri che non fanno trekking perché si sporcano le scarpe.
Altro che bamboccioni: questa è una generazione di castrati. Almeno cantassero come Farinelli…
Il maschio è un’altra cosa: forte, temerario, determinato, anche a costo di camminare con scarponi chiodati sulla sua sensibilità. Roba da leadership. D’altra parte per qualche centinaio di migliaia di anni i maschi si sono occupati di guerra, violenza, caccia, giravano con la spada ed erano sempre pronti a tirarla fuori. Oggi si spaventano se un turista chiede una indicazione.
E questo non c’entra niente con il machismo o l’omofobia: conosco gay che sono molto più maschi di tanti (sedicenti) non gay.
Il problema è che le identità maschili e femminili si reggono su un equilibrio. Chiamatelo yin e yang, armonia dell’universo o come vi pare, ma se gli uomini non hanno più energia maschile per gestire il potere nella società quella finisce nelle donne. E tutto si squilibra.
Qui siamo di fronte ad una poltiglia di identità maschile e a donne che sembrano sempre di più Napoleone. Tatuato però. Le donne con il femminismo hanno innalzato un’identità femminile forte, dominante, con in mano una frusta. I maschi si sono adattati, diventando schiavetti o cicisbei.
E le donne si disperano. Sì, perché una femmina che non incontra un maschio è una femmina che continua a cercarlo.
Allora invece di continuare a martellare sui media, con l’arte e la cultura di una improbabile necessità di far emergere le donne, perché non iniziamo a dire: sono aperti i casting, si cercano maschi 2.0 per riequilibrare la società?
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