Confessione. Il 7 novembre 2018 da Malta pubblicavo questi versi su instagram. Versi che, come spesso accade, mi portano a un pentimento successivo. Curioso per una poesia che ho chiamato “Confessione”.
Il pensiero fisso che mi accompagna è se questa sia poesia o siano versi insignificanti. Sono dubbioso, non so e buttarmi e continuare a pubblicare queste poesie sul social network oppure no. Anche perché la critica ed il mondo poetico difficilmente potrà mai accettare un poeta che germoglia sui social.
Inoltre perché più mi lascio cogliere da questo demone che mi possiede, più le parole scavano a fondo, verso un infinito che mi risucchia senza tregua. E andare a fondo significa trovare istanze, domande, convinzioni che non necessariamente ho voglia di condividere con i porci.
Sono stato forse avventato quindi a pubblicare questi versi. Eppure non ne ho potuto fare a meno. E spero che i veri Poeti possano perdonarmi per questo.
E l’ho fatto tra l’altro per la prima volta con una modalità diversa rispetto alle “declamazioni” che avevo fatto sino ad allora su instagram. Ho postato il primo “meme” (si può definire così?) delle mie poesie. Scoprendo un sentiero che non avevo valutato.
Si parla di sesso, peccato e confessione. E della mia intolleranza crescente al moralismo, che nasconde i peggiori peccatori. E, per il poco che vale, questo post ha avuto molto successo fra i miei followers.
Poesia XIX Confessione
Dici che dovrei vergognarmi
Dei miei desideri di sesso e possesso
Dici che dovrei lottare contro i lacci che mi legano agli altri con sentimento e lussuria
E domare Dioniso nel recinto domestico.
Ma se Dio ci avesse voluti puri come angeli
non ci avrebbe ficcato dentro le fiamme dell’inferno
Se ci avesse voluti eterei come spiriti
non avrebbe inchiodato la voce dell’amore alla carne animale.
Misericordia, Dio, per come ci hai creati.
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