Capitolo XI Lo spirito dell’isola d’Elba
Guardai quella figura antica con un misto di ammirazione e sorpresa. ‘Chi sei?’ chiesi incuriosito. Sbucò fuori dalle piante il piccolo fauno. ‘È lo spirito di quest’isola’ rispose con voce infantile. ‘Cosa volete da me?’. ‘Ci sono forze che hanno fatto di tutto per non farti arrivare qui. Se tu solo sapessi quante cose si agitano oltre l’orizzonte dei tuoi sensi…’. ‘Non mi hai risposto’. ‘Lo spirito di quest’isola è sotto assedio. Gli uomini riempiono il mare di sporcizia e la terra di cemento. Lo spirito è dovuto salire fin quassù per trovare pace’. ‘È lei che devo salvare?’. Il fauno guardò lo spirito ed entrambi si misero a ridere. ‘Davvero pensi di avere questo potere?’. ‘Allora perché mi tormentate?’. ‘Noi siamo solo messaggeri. Ed ora ascolta il tuo messaggio’. Il satiro si fece da parte con deferenza e aiutò lo spirito ad alzarsi in piedi. Non era alto, ma aveva l’autorevolezza di un montagna. E con voce antica disse: ‘Tu hai una missione. Hai un’anima grande e devi salvarla! Solo salvando la tua anima potrai aiutare altri a salvare la propria e solo così tutti insieme potremo salvare l’anima del mondo’. ‘E cosa devo fare per salvare la mia anima?’ chiesi quasi disperato. ‘L’unica cosa che posso dirti è questa: vai oltre ai sensi, segui il tuo cuore. Là dentro troverai le risposte’. Un rumore fra le fronde fece voltare di scatto lo spirito. Il satiro saltò via e sparì fra le piante. ‘Ora vai, torna alla tua vita. E fa ciò che ti ho detto’ disse con l’ultimo fiato lo spirito. E la sua immagine iniziò a scomparire, come cancellata dalla realtà. Apparve invece la creatura bestiale che lo inseguiva. Ma era vestita come un turista, con pantaloni corti e cappello. ‘Che ci fai qui?’ mi chiese con rabbia. ‘Nulla. Sto andando via’. ‘Sarà meglio’ rispose lui, ‘e sappi che ti sorveglio’. Io non dissi nulla e mi avviai verso la macchina. ‘Vai oltre ai sensi, segui il tuo cuore’. Quelle poche parole mi erano penetrate dentro come un coltello affilato.
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