La foto che vedete non è un fotomontaggio del cardinal Tonini fatta ad hoc per l’occasione. Nè una sua apparizione straordinaria per salutarci ed ammonirci dall’Alto dei Cieli. Anche se mi piace pensare che un po’ è così. Semplicemente durante le celebrazioni dei 50 anni del Centro Dantesco dei frati minori conventuali di Ravenna (auguri a tutti, in particolare al direttore, Padre Egidio Monzani) è stato proiettato un filmato su Padre Severino Ragazzini, il fondatore del centro, nella chiesa di San Francesco. E per qualche secondo il nostro pastore, il cardinal Tonini, si è affacciato di nuovo in una nostra chiesa. Io vedendolo mi sono un po’ emozionato e volevo condividere questa emozione con voi.
Chissà cosa vede da lassù. Chissà che prospettiva ha del mondo di oggi dal Paradiso. Era un profeta e lo era da tempi lontani. Viveva con sobrietà quando ancora regnava lo sfarzo, trent’anni prima di Papa Francesco, già negli anni “70 fin quando è morto. Si occupava di bioetica quando ancora in pochissimi sapevano anche solo cosa fosse. Aveva profetizzato l’avanzata islamica in Europa in anni in cui neppure il cardinale Biffi ci pensava. E ahinoi ci aveva azzeccato. Aveva costellato di lucide e profetiche analisi la sua predicazione. Era riuscito a portare la Chiesa in un’epoca d’oro nel suo rapporto con i media. Aveva portato nelle case degli italiani un’immagine di Chiesa materna, feconda, dialogante ma ferma nei principi, antica ma nuova, orgogliosa nell’identità ma umile nello spirito. Ha insegnato a tanti di noi ad amare Dio e la Sua Chiesa e per questo non potremo mai dimenticarlo. Io di certo non potrò.
Personalmente mi manca davvero molto. Pensando a lui penso al vuoto che la sua morte ha lasciato nel mio cuore e nella mia Chiesa. Vi chiedo allora di pregarlo tanto tutti insieme da quaggiù. Chissà che non interceda per noi presso l’Onnipotente.
Paolo Gambi
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