rivoluzione permanente, alchimia postcontemporanea, Paolo Gambi

Rivoluzione permanente, rivoluzione del danaro

Rivoluzione permanente, rivoluzione del danaro

Rivoluzione permanente, rivoluzione del danaro, alchimia postcontemporanea Paolo Gambi

Dovevano essere la fine della nigredo, le avanguardie, l’ultimo stadio, l’autodistruzione finale dell’Occidente che ha scelto il diavolo come archetipo

ma un personaggio perdente resta perdente per sempre

il diavolo ha perso la lotta contro un altro demonio

un essere oscuro che si è impadronito di ogni anfratto dell’animo occidentale

Mammona, il dio della ricchezza

e così invece di ricostruirsi dalle proprie macerie e rinascere dalle proprie ceneri, l’Occidente liquefatto è rimasto intrappolato in un loop

un loop contenuto nella parola “rivoluzione”

oggi sembra quasi un termine positivo, è pieno di gente che vuole “fare la rivoluzione”

le parole sono fossili, a studiarle raccontano la loro vera storia

rivoluzione deriva dal verbo latino “revolvo”, questo verbo fino a poco tempo fa raccontava il moto di un corpo celeste intorno al sole, a una stella o a un pianeta

“De revolutionibus orbium coelestium”, “Sulla rivoluzione dei corpi celesti”, scriveva Niccolò Copernico nel 1543

e dire che poi parleranno di “rivoluzione scientifica”

il moto dei corpi celesti gira intorno e torna sempre al punto di partenza

quando facciamo una rivoluzione cambiamo tutto perché tutto torni esattamente dove era prima

così è stato nella rivoluzione inglese, in quella francese, in quella americana

potenti hanno perso il potere, altri potenti hanno preso il potere

la logica del potere non è rimasta scalfita

bisogna essere dei veri anarchici, persone che rifiutano di assumere la logica del potere, per uscire da questa logica

e per farlo bisogna comprendere un’altra parola

evoluzione

dal latino evolvere, svolgere il papiro per leggere, in un certo senso svelare qualcosa che è già scritto

questa differenza l’aveva capita bene Charles Darwin:

“Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione di vita, con le sue diverse forze, originariamente impresse dal Creatore in poche forme, o in una forma sola; e nel fatto che, mentre il nostro pianeta ha continuato a ruotare secondo l’immutabile legge della gravità, da un così semplice inizio innumerevoli forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano a evolversi”

invece di evolvere abbiamo continuato a fare rivoluzioni, a ruotare intorno alle stesse dinamiche e alle stesse estetiche piantate nella carne dell’Occidente dalle avanguardie

le geniali avanguardie, esecutori della nigredo, sono diventate l’unico riferimento e l’unico orizzonte dell’arte cosiddetta contemporanea

e noi abbiamo continuato e continuiamo a vivere in un’era di rivoluzioni continue

non c’è evoluzione

e intanto l’altro demonio, Mammona, mangiava tutto e lo trasformava in danaro

nella logica del danaro

l’arte è diventata l’avanguardia del capitalismo più sfrenato

senza una dimensione divina, senza la bellezza, senza la forma, l’arte è diventata semplicemente un insieme di beni da comprare e vendere

non c’è più un criterio estetico per definire l’arte, è arte qualunque cosa trovi un compratore all’interno del sistema dell’arte

i più intelligenti – Arthur Danto, ma già se ne era accorto Hegel – hanno parlato di “fine dell’arte” e hanno collocato tutto questo nella “post arte”

  • senza anima, senza il divino, l’arte non è più arte
  • l’arte senza bellezza è come una religione senza dio: inutile e senza senso

però intanto il sistema si espandeva a macchia d’olio, dando valore economico a pezzi e artisti che via via che scorreva il tempo si allontanavano sempre più da ciò che è stato arte

Andy Warhol se ne accorse nel 1964

le Brillo box, riproduzioni di beni di largo consumo

l’arte si era già identificata con il mercato

e grazie alla logica della rivoluzione continuiamo a girare intorno a questa logica, senza trovare una via d’uscita

destinati a rimanere nelle Brillo box per sempre, senza averne consapevolezza

oppure avendola, ma non trovando una alternativa

e così l’arte è lo specchio dell’anima di una società, o meglio della sua assenza

l’arte denuncia, critica, critica anche se stessa, scompone, divide

proprio come nella società la spinta autodistruttiva che con Marx aveva messo poveri contro ricchi oggi mette donne contro uomini, umani contro natura, umani contro se stessi, nella gara di chi è più scomposto e isolato dal resto del sistema

intere generazioni cresciute senza sapere che l’arte esisteva e non era il prodotto nichilista, depresso, autodistruttivo e capitalista che si trovano di fronte alle fiere d’arte

che poi le fiere erano delle galline, delle barbabietole o dei bulloni

ecco, l’arte è diventata la stessa cosa

ma costa tantissimo

rivoluzione permanente


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