Arte contemporanea

Arte contemporanea. Alla fine questa espressione è solo un grande inganno

arte contemporanea

Quando si parla di arte si usa spesso l’espressione “arte contemporanea”. In molti pensando che questa espressione indichi semplicemente qualunque tipo di espressione artistica partorito nel presente. Ma se andiamo a ben vedere, il criterio cronologico non è sufficiente, tanto che si sente dire “come è contemporanea quest’opera!”. E tra l’altro viene annoverata nell’insieme la produzione artistica di artisti – Duchamp, Dalì, Picasso, ecc. – che sono morti e sepolti.

Quindi cosa significa realmente “contemporanea”. Il fatto è che essa è come un cuculo che ha fatto l’uovo nel nido dell’arte, finendo per scacciarla. Per secoli infiniti, ossia da quando si parla di arte e poesia, tutti, da Platone allo stesso Baudelaire, avevano chiarissima una cosa: l’arte è strettamente collegata alla bellezza. Un’arte senza bellezza è come una religione senza Dio. Ed è esattamente questo l’approdo a cui volevano arrivare con i grandi e sotterranei movimenti occultisti ottocenteschi. Madame Blavatsky e prima Eliphas Levy e molti altri hanno tracciato la strada per sostituire a Dio il culto del demonio. Hanno influenzato in modo massiccio il mondo dell’arte, collezionisti e artisti. Ed eccoci qua.

Le avanguardie novecentesche, spesso apertamente ed esplicitamente sataniste, hanno fatto il lavoro finale, scacciando l’idea stessa di bellezza dall’arte. Il futurismo, il dada, il cubismo. Tutti contro la bellezza. E quando è nato il nuovo “sistema dell’arte” nel dopoguerra, l’unica estetica possibile è divenuta quella delle avanguardie. Chi parla di bellezza di lì in poi è semplicemente un eretico.

Così da quasi ottant’anni l’arte non è altro che uno stanco manierismo delle avanguardie, un ripetersi sempre meno consapevole di cose accadute a inizio “900. E questo inganno, questa rivoluzione continua non terminerà finché il sistema non ammetterà anche chi cerca di andare oltre questa stanca e vuota arte contemporanea.

Per me la via è la poesia.

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