Ansia. Questa è la prima poesia che ho pubblicato nel mio periodo maltese nel 2018. Come ogni grande cambiamento, quello che mi ha fatto trasferire sull’isola che un tempo fu dei Cavalieri ha portato ansia.
Non conoscevo più da anni quest’istanza dell’oscurità dell’anima che erutta con esplosive emozioni. Mi vantavo di averla capita e sconfitta. Poi in un luogo straniero, con una nuova attività, tanta incertezza e molta solitudine qualcosa è tornato ad tormentarmi dentro.
La poesia è stata lo strumento principe con cui sono riuscito a portare luce, ed in fretta, in quelle parti buie in cui l’ansia rodeva come un tarlo maledetto.
Ecco perché sono sempre più convinto che la poesia non sia solo un vago esercizio dell’ego né un passatempo per anacronistici ma un vero e proprio strumento terapeutico e di conoscenza di sé.
Ancora una volta la bellezza dell’arte sconfigge la bruttezza banale e sempre uguale a se stessa delle istanze dell’oscurità. Grazie.
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Poesia VI – Ansia
È come un magma che ribollisce nello stomaco
Sale, scende, entra in circolo
Dove tocca brucia
I suoi fumi mefitici annebbiano i sensi
Tutto è filtrato, tutto è opaco
Pulsa
Batte
Colpisce
Vorresti spegnerla, ma non sai come
Ti tormenta nell’intimo
Poi sale al cranio e ti avvelena i pensieri
Rende tossica anche la parola più lieve
È come un chiodo arrugginito che ti si pianta nella carne
Ti crocifigge al presente
Facendo a brandelli la tua libertà
Sanguini, piangi e soffri
Il passato erutta avviluppato nelle spine della nostalgia
Che forano ogni tua parte molle
Il futuro ti taglia la pace come una lama affilata
Ma basta lasciare entrare una goccia di mare
E tutto si spegne.
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