Angelo di Dio che sei il mio custode

Angelo di Dio che sei il mio custode

 

“E tu chi sei?” chiese il Papa sorpreso, trovandosi nella stanza da letto uno strano soggetto.

“Sono un angelo. Anzi, per la precisione sono il tuo angelo custode”.

Il Papa guardò meglio. Quelle due grandi ali piene di piume glielo avrebbero dovuto far capire subito. E anche la luce che emanava, come fosse in trasparenza, gli avrebbero dovuto far sospettare qualcosa. La sorpresa crebbe e si sostituì all’amarezza per la giornata passata in curia.

“E cosa ci fai qui?” chiese allora.

“Rispondo alla tua richiesta”.

“Quale?” chiese il Papa perplesso.

“Non preghi tutti i giorni l’angelo custode, che sarei io, chiedendomi di illuminarti, custodirti, reggerti e governarti? Angelo di Dio che sei il mio custode… Bene eccomi qui. Sono venuto di qua per darti una mano. Dio ha esaudito le tue preghiere”.

Il Papa si sarebbe voluto meravigliare, avrebbe voluto farsi una lunga serie di domande umane che iniziavano dal “sono impazzito?” e finivano con il “chiamo gli svizzeri?”. Ma si ricordò di essere il Papa, e si limitò a sorridere dicendo sottovoce “Angelo di Dio che sei il mio custode…”.

“Capisco che sia un momento difficile per te” continuò l’angelo, “la guerra, il terrorismo, la scristianizzazione dell’Europa, la pedofilia satanica fra i preti, la corruzione del clero… I demoni stanno lavorando molto. Ma non ti preoccupare, non prevarranno. Anzi. Loro neanche se ne accorgono ma stanno lavorando per il bene. Che è misterioso alla mente umana. E poi ora ci sono anche io a darti una mano. In realtà c’ero anche prima, ma ora mi vedi anche con i sensi”.

Il Papa sentì il cuore gonfio e disse: “ci voleva proprio”.

“Se solo gli esseri umani facessero meno affidamento ai sensi e dessero più spazio al cuore non ci sarebbe bisogno di venire di qua”.

“Sì”, obiettò il Papa, “ma noi abbiamo la testa dura e c’è bisogno che ogni tanto qualcuno ce la faccia sbattere un po’” e così dicendo si diede due botte con le nocche sul cranio.

L’angelo sorrise. E gli regalò un attimo di felicità vera.

 Angelo di Dio che sei il mio custode


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